LA PERSONIFICAZIONE
La personificazione è la figura retorica che permettere di tradurre un qualsiasi concetto in un’immagine (più o meno) viva. Qualsiasi idea, grazie alla personificazione, ci si mostra per ciò che è un’idea: una figura immaginaria, fantastica, mitologica. Qualsiasi idea, pensiero, concetto; qualsiasi ideologia o fede filosofica e religiosa vogliate trarre dalle vostre idee è una mitologia.
Un tempo le personificazioni erano molto usate dai poeti. Oggi, si tende a evitarle: oggi c’è molta più fede, c’è una fede più accanita e fanatica nelle idee. Dostoevskij, però, che non aveva questa fede fanatica e accanita usa ancora le personificazioni. “Delitto e castigo” è attraversato da una preoccupazione allarmante, quella che vinca il liberismo economico e che le persone diventino disumane. Tagli al personale, disoccupati a milioni, carestie artificiali, guerre insensate, e via dicendo. Per avvertirci di tutto questo Dostoevskij prima di tutto deletterizza il concetto di economia moderna usando molte formulazione concettose, ma soprattutto usa la personificazione. Personifica il male che viene da queste teorie economiche in almeno due figure diverse. Una è il protagonista, Raskòl’nikov, e l’altro è Piotr Pétrovic, promesso sposo di sua sorella Dunja. Raskòl’nikov impersonifica l’aspetto criminale e psicopatico dell’economicismo: in nome della legge del più forte, infatti, commette un assassinio. Piotr Pètrovic impersonifica, invece, nella sua figura squallida di piccolo uomo ignorante e avaro, l’aspetto volgare e rivoltante dell’economicismo. Grazie a Dostoevskij, alle sue personificazioni, sappiamo, sappiamo perché vediamo, che l’economicismo è solo un serial killer volgare e banale.
Le immagini rappresentano Raskòl'nikov in vari momenti della narrazione di Delitto e castigo, sono alcune delle illustrazioni realizzate dall’artista sovietico Dementy Shmarinov con tecnica a carboncino e acquerello nero, intorno al 1945.
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.