I SEMI DI GIANGAGAVA #14 -UN SEGRETO MANIFESTO
“Io ero piccolo, ma a me lo disse il vero motivo, perché non era un padre di quelli che trattava i bambini da bambini.
Mi disse: ‹‹sarei pure contrario, ma un uomo, se scoppia, alla guerra ci deve andare››. Ci ho ripensato per tutta la vita a questa sua frase, e mi sono convinto che mio padre ha ragione. Era un tipo, ecco, che sapeva avere ragione. Per questo nella guerra se la cavò bene, e divenne un eroe”.
L’eroe vive in una dimensione erotica (come afferma anche Socrate, giocando paretimologicamente con la parola), e quindi funebre, completamente individuale. Non c’è mai un buon motivo per andare in guerra, e, per fare forza con la realtà alla retorica bellica, è necessario che l’eroe incarni questo segreto manifesto. Per calare questo archetipo nel racconto la raffigurazione ha attinto all’immaginario e all’iconografia popolare della prima metà del Novecento, costruendo una scena in cui la Storia è chiusa all’interno di un lampo di memoria.
Nell'immagine, uno dei bozzetti preparatori delle figurazioni che Veronica Leffe sta realizzando per I semi di Gianagagava, secondo capitolo del Libro azzurro.
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.