SI STRAPPA GOCCIA A GOCCIA DAL CIELO IL CIELO
Si strappa
goccia a goccia
dal cielo il cielo,
e tu sorridi.
Non ho mai conosciuto,
dici,
nell’attesa,
le insidie della speranza,
mai il desiderio della resa.
Sarebbe stato come un tempo,
in ogni tempo,
e lo sapevo,
perché il cuore non è mai stanco.
Il cuore è il cuore:
è senza vergogna,
e mai ne avrà.
E il tuo, poi, è stato solo un sogno,
ecco, solo un sogno,
uno di quelli che fanno a volte
i ragazzi caparbi e chiusi,
che si danno le arie,
uno di quei sogni in cui si parla troppo,
e vengono raccontate sempre le stesse storie,
che nessuno vuole sentire,
che tutti sono costretti a ripetere,
distruzione dopo distruzione,
ordine nuovo dopo ordine nuovo.
Babilonia, Ninive, Roma.
E quelle voci accusatrici:
io sono il millennio,
e sono tutti i miei nemici.
Gli amanti riempiono ora le piazze,
e i sacerdoti preparano gli altari e le bende.
Si avvicinano le nozze.
Ti guardo, ragazza, e tremo.
Sono senza fiato,
mentre scendo fra le rose del tuo giardino,
lentamente,
passo dopo passo,
con paura,
gradino dopo gradino:
forte è il tuo amore, come la morte.
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Figurazione di Veronica Leffe.