SONO UN CIELO NERO
Sono un cielo
nero,
è vero,
tu solo lo sai,
è vero,
tu sai che, nera, sono la stella,
E tu solo sai
fingere l’armonia più bella,
Tu solo sai
questa finzione perfetta:
Padre, re, sposo,
anche se non conosco riposo
ma solo le cacce
fra i branchi astrali
e le fughe siderali,
e la fine: solo questo conosco.
Ma sai, ragazza,
mentre guardo i tuoi fianchi,
tondi come la verità,
e nei tuoi occhi vedo la rivoluzione,
i pianeti che, scintillando,
tornano ognuno al loro posto,
e la nostra città
come si stende stretta al cielo vedo,
che sale e scende
piena di amanti che si tengono per mano
(presto, si dicono, dobbiamo fare presto);
sai,
mentre vedo come sorridi,
penso che mi piace che tu sia il sole,
e che illumini ogni cosa,
e penso che mi piace il vento,
e la terra e l’acqua e il fuoco,
e sono geloso
delle chiavi di oro e di argento
che mi hai regalato,
e delle biglie di vetro,
delle parole difficili,
dell’inconsistenza del fumo, meravigliosa,
delle sigarette che ti diverti a guardare fra le mie labbra.
del bacio che mi darai,
e mi chiedo,
ragazza,
come sia stato possibile starti lontano.
Timidezza,
mi dici,
era solo timidezza,
e annodi le tue dita alla mie.
Si adunano gli amanti nelle piazze.
Presto avranno inizio i lavori dell’orgia:
verranno infine celebrate le nozze.
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Figurazione di Veronica Leffe.