SE AL CANTO DEI GRILLI
Se al canto dei grilli,
quando la notte luccica,
e i pianeti cadono leggeri nel cielo
e le cicale si aggrappano alla vita,
mentre l'aria pizzica
lentamente
le foglie argentate dei ligustri,
decorerò
con le piume perenni delle pernici e dei galli
il tempio di argilla e canne,
e poi
il bambino che gioca coi dadi
dirà:
“è questo che volevo”,
tu sorriderai?
Ma dai, smettila con quel viso imbronciato.
Io mi chiedevo come ci saremmo trovati
se, così stralunato,
non sapevo dove eri,
chi eri
dove mettevi i tuoi passi.
Ma intanto provavo i miei,
perché lo sapevo.
Ci troveremo fuori tempo massimo,
ma, finché uno sa contare,
sa anche recitare quei versi
che tu,
con quel viso imbronciato,
con le ghirlande di asfodelo
di quando sembri Persefone,
di quando giochi a fare Beatrice,
con la spada in mano,
e porti la vittoria su questo sfacelo,
che solo tu sai capire.
Alla fine del mondo
mi hai insegnato a intrecciare i giunchi.
Le api ronzano,
e giustizia, e bellezza è da capo fatta.
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Illustrazione di Veronica Leffe.