È PIÙ SACRO VEDERE CHE CREDERE - IL LIBRO AZZURRO #27 - LA VERITÀ È UN'ARTE FACILE
L’accesso alla verità implica l’utilizzo di un’arte che, se vogliamo usare le parole di Raimondo Lullo, deve essere necessariamente “permanens et stabilis”, essendo la verità tale: permanente e stabile.
Eppure la verità, per essere stabile e permanente, deve essere espressa nell’alterità del divenire (altrimenti non sarebbe né stabile né instabile, né permanente né labile: non sarebbe nulla). Il divenire è, ovviamente, instabile e labile, e per questo motivo la verità è espressa con ottimo profitto dalla logica: la logica, afferma infatti Raimondo Lullo, è “scientia instabilis et labilis”. Raimondo Lullo torna con questi pensieri sulla via di Eraclito o, meglio ancora, sulla doppia via di Parmenide. La verità è una scienza facile, afferma Lullo: è una scienza che comporta l’unione della capacità epoptica di osservare e di quella logica di esprimere, e “un uomo che abbia ottimo intelletto e diligenza e conosca la logica e le cose naturali potrà apprendere questa scienza in due mesi: un mese per la teoria e uno per la pratica” (Raimondo Lullo, “Ars demonstrativa”)
L’immagine è una delle dodici miniature contenute nel "Breviculum ex artibus Raimundi Lulli electum" (Cod. ST. Peter perg 92), un codice in cui è riassunta la vita e gli insegnamenti di Raimondo Lullo. Prodotto in Francia intorno al 1321, nel 1807 è entrato a far parte della collezione della Badische Landesbibliothek di Karlsruhe, in Germania (l'immagine originale è concessa dalla Badische Landesbibliothek con licenza CC BY 4.0).
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.