È PIÙ SACRO VEDERE CHE CREDERE - IL LIBRO AZZURRO #13 - LA VALLE DELLA VERITÀ
Va da sé che è possibile vedere soltanto con gli occhi: che con gli occhi sia addirittura possibile vedere la struttura invisibile del visibile.
Nemmeno i sensi, e di questo Eraclito per primo ci ha avvertito, possono fare difetto a chi non sia distratto, conturbato, deviato dal contagio di questa smania di astrazione dal mondo; da questo odio per il mondo, di cui pare essere affetto l’uomo, quando abbandona le valli, i boschi, i mari, i monti e le città per cercare, con pruriginoso desiderio spirituale, ciò che non c’è: sé stesso; quando distrugge le valli, i boschi, i mari, i monti e le città per farne un luogo a misura di ciò che non c’è: sé stesso. Forse era questo che temeva sir Thomas Browne quando diceva di temere più la corruzione che era in lui che il contagio dei rapporti esterni: temeva di perdere ciò che si trova lì fuori, all’esterno, dove la parte maggiore della nostra anima fermenta e vive, visibile espressione di ciò che non si vede.
Lì fuori si estende intatta una valle. Platone direbbe vi risieda la verità.
Nell'immagine una figurazione di Veronica Leffe realizzata per le note al testo di Pier Paolo Di Mino, "La caccia".
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.