È PIÙ SACRO VEDERE CHE CREDERE - IL LIBRO AZZURRO #11 - HYPNEROTOMACHIA POLIPHILI
Il preponderante aspetto mentale dell’amore coincide perfettamente con il suo preponderante aspetto carnale.
La più lampante o, forse, splendente dimostrazione di questo assunto ce la offre l’“HypnerotomachiaPoliphili”, lo struggente romanzo che il frate Francesco Colonna compose per amore di Polia alla fine del Rinascimento usando le parole ardimentose di una lingua inesistente e quelle immagini imperiture ed esatte che ognuno può trovare da sé nell’anima. Il romanzo è un lungo viaggio iniziatico alla ricerca della donna amata, e offre, inevitabilmente, il finale più triste della storia della letteratura. Inevitabilmente, perché questo romanzo, dato alle stampe al principiare della Riforma e della Controriforma, annuncia che l’epoca cui dava avvio Lutero, l’epoca che stiamo ancora vivendo, non avrebbe più conosciuto l’amore. La spiritualizzazione del corpo che chiamiamo materialismo e il concretismo spirituale che costituisce il fondo gelato della psicopatia dell’epoca che attraversiamo come fossimo i fantasmi di noi stessi, annuncia Francesco Colonna, ridurranno l’amore a uno sfogo dei sensi o a un sentimento dovuto. Flos sic exsiccatus, nunquam reviviscit: il fiore dell’amore, così seccato, non rinascerà mai più.
Nell'immagine “Il sogno di Polia”, due incisioni tratte dall'"Hypnerotomachia Poliphili", opera attribuita a Francesco Colonna e pubblicata da Aldo Manuzio nel 1499. Le 172 incisioni (tra cui 39 iniziali floriate e 11 illustrazioni a piena pagina) sono state attribuite al miniaturista padovano Benedetto Bordon (o Bordone). (immagini nel pubblico dominio, tramite Internet Archive).
Testo di Pier Paolo Di Mino
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.