ALEISTER CROWLEY E FERNANDO PESSOA
Crowley, va detto, aveva un cattivo rapporto con gli scrittori. Nessun altro letterato, a parte Pessoa, ha mai cercato di intrattenere rapporti con lui. Ma, forse, di questo episodio vale la pena accennare qualcosa.
Crowley entrò in corrispondenza con Pessoa, apprezzabile cultore dell’occultismo ed esoterista non timido, all’inizio degli anni Trenta. Pessoa aveva già tradotto in portoghese l’inno a Pan che Crowley aveva composto su metro innumere nella speranza di far risorgere il dio. Pessoa, inoltre, si era peritato di correggere un oroscopo calcolato da Crowley, mostrandogli con acribia gli errori che aveva commesso nell’elaborarlo. Colpito da tale gesto, o forse offeso da tanta puntigliosità, il mago inglese volle conoscere di persona il poeta portoghese. La cosa andò così. Crowley concordò con Pessoa di incontrarsi a Lisbona. Il poeta si presentò all’appuntamento accompagnato dal giornalista e occultista Ferreira Gomes. Nessuna saprà mai di cosa parlarono i tre, ma, alcuni giorni dopo il loro incontro, Crowley fece perdere le proprie tracce nella località Boca do Inferno di Cascais (si può reputare la scelta di questo luogo tanto pacchiana quanto suggestiva), lasciando come sue uniche tracce un portasigarette e un misterioso messaggio. La polizia indagò sulla sparizione, sospettando forse un omicidio, e interrogò per diversi giorni Pessoa e Ferreira Gomes, le ultime persone ad averlo incontrato. I due se la cavarono soltanto perché Crowley, in seguito, ebbe la bontà di scagionarli, dando sue notizie da Londra. Questa storia ha una morale? A modo suo sì. Pessoa, come si legge anche nei manuali di storia della letteratura, era un nichilista. Era schiavo, detta in altri termini, della superstizione gnostica della nientificazione, di quel vasto e noioso vizio ascetico del puro nulla che, ancora oggi, non smette di andare di moda. Crowley, come un buon maestro pieno di premure e pazienza, quel giorno, sparendo nel nulla, cercò di insegnare a Pessoa che, se si amano le evanescenze del nulla, poi se ne devono anche subire le conseguenze, anche poliziesche.
Nella foto, Aleisteir Crowley gioca a scacchi con Fernando Pessoa.
Testo di Pier Paolo Di Mino.