LA COMMEDIA
Ora, quanto a testi di astronomia, rimane però insuperata, alla fine, la Commedia di Dante, con la quale il poeta, il filosofo fiorentino si proponeva, e si propone ancora, di illustrare come la realtà sia la perfezione.
La trama del libro: l’amore, che è ciò che spinge ogni cosa verso l’altra, è insito in tutto. L’amore è perfetto, perché è quella rete di relazioni da cui emergono le cose. L’amore, però, è pervertito dalle volizioni personali delle cose che emergono dalla rete, dai loro desideri; o, tanto per parlare del caso umano, l’amore è pervertito dalle nostre imprese, fatte o subite, da questi nostri campi agricoli e fabbriche industriali e città che salgono e si arrampicano vanamente verso il cielo, da questa nostra tiritera di giornate frustanti, schiavi frustati, noia, sfruttamento, guerre e pestilenze. Ma non c’è problema: infatti, questi desideri, queste volizioni individuali, questa individualità, non sono altro che false percezioni necessarie a quel movimento casuale (il libro parla di: fortuna), che favorisce l’omeostasi o perfezione della realtà, ovvero dell’amore. Questo movimento casuale, i liberi desideri personali e tutto il resto, costituiscono solo la necessaria gabbia strutturale della realtà, e la realtà non può riceverne alcun male: al massimo sei tu che ricevi del male; che, dopo un’esistenza miserrima, muori molto male. Il finale del libro: il protagonista vede Dio. Dio è lui stesso nella relazione, squadernata al millimetro, con tutte le altre cose che sono in Dio. Non siamo liberi di decidere “cosa”, pensa allora il protagonista, ma possiamo decidere “come”.
Ma meglio di questa lunga sequenza di parole che ha occupato cinquanta note, c’è questo visibile parlare di tutte le cose.
L’immagine è “Gli indovini”, di Fabio Pessimo Rebora, serigrafia, prova di stampa per il XX canto dell’Inferno della Commedia di Dante Alighieri. L'opera fa parte di una serie in corso di lavorazione per la realizzazione di un’edizione a tiratura limitata.
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.