TUTTO SULL'AMORE
Forse ci fu una grande catastrofe, una rivoluzione astronomica, una tragedia che annichilì la coscienza umana.
In oriente, poi, parlarono di diluvio universale, mentre qui da noi della guerra di Troia. Fu una guerra disastrosa e insensata: tutti i troiani morirono, e i greci non riuscirono a tornare a casa; e chi ci riuscì trovò la morte o lo sperdimento del cuore nel nepente. Solo Odisseo tornò e fondò un saldo regno. Penelope l’aspettava, e da lontano, lungimirante e piena di grazia e serena malizia, tirava, come fanno tutte le mogli dei marinai, una segreta corda, annodata al cuore del suo sposo, affinché vagasse, e sapesse, e infine conoscesse con saldo cuore mercuriale e con mente tortuosa tutto sull’amore: tutto su questa storia (che strazia e meraviglia) del mondo. Non era più un bambino, Odisseo, quando tornò a casa: non credeva più alle promesse di gloria o successo o benessere; o che la somma delle cose da possedere fosse diversa dallo zero. Conosceva una storia bellissima, e, portata Penelope al letto nuziale, intagliato in un tronco d’olivo, saldo perno dell’amore, ne fece il racconto per tutta la notte, finché la notte non fu eterna.
L’immagine è “Ulisse e Penelope”, olio su tela realizzato da Francesco Primaticcio nel 1560 ca., conservato presso il Museum of Art di Toledo (foto di Sailko, licenza CC BY 3.0, tramite Wikimedia Commons).
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.