SOLONE E CRESO
Goebbels capì come ridurre l’immaginazione a immaginario lasciandosi guidare dallo spirito del nostro tempo, che è uno spirito industriale. Infatti, lo spirito
industriale nasce dalla contraffazione, e quindi degradazione, del valore reale dell’oro, come è evidente nel suo meccanismo ontologico finalizzato a produrre beni per ottenere oro, meccanismo che controverte in maniera grottesca la meccanica celeste della realtà, per la quale tutto sta nel produrre oro se si vogliono ottenere beni, essendo l’oro, nel suo valore reale, la funzione immaginale che permette all’uomo di produrre ogni sorta di bene. Questo è chiaro a chiunque sia morto a una vita morta: raccontano che Solone conoscesse un uomo molto ricco, Creso, che reputava la sua ricchezza motivo di felicità. Solone, un giorno, mosso a pietà per Creso, cercò di liberarlo da questa illusione, e gli disse: conosco un uomo più felice di te. E chi sarebbe?, chiese Creso. Un mio amico morto in battaglia, rispose Solone. E perché sarebbe più felice di me?, chiese allora Creso, e Solone sorridendo disse: è morto in battaglia. Ha combattuto, ed è morto.
L’immagine è “Creso e Solone” di Gerrit van Honthorst, olio su tela, dipinto nl 1624, conservato presso la Hamburger Kunsthalle, Hamburg (foto dalla Web Gallery of Art, tramite Wikimedia Commons).
Testo di Pier Paolo Di Mino
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.