ETYMOLOGIARUM SIVE ORIGINUM LIBRI XX
Etimologia o, meglio, “Etymologiarum sive Originum libri XX” è il titolo dell’opera principale di Isidoro di Siviglia, santo e dottore della Chiesa Cattolica. Nato nel 560 a Cartagena, e morto nel 636 a Siviglia, città di cui era vescovo, Isidoro discendeva da un’antica famiglia romana.
Visse durante la dominazione visigota e reagì alla miseria umana e spirituale della sua epoca elaborando un vasto progetto culturale che ancora Dante elogiava insieme a quello di Beda il Venerabile e di Riccardo di San Vittore nel decimo canto del “Paradiso”. A cosa reagiva Isidoro? A tre idee corrosive connesse tra di loro: un’idea di tempo, un’idea di pensiero, un’idea di linguaggio. Isidoro reagiva a quell’idea di tempo che si chiama modernità, ossia all’idea che si viva sul piano del presente più o meno nell’attesa del futuro lungo un’immaginaria linea geometrica che si chiama progresso, idea connessa a quella che il pensiero non è davvero necessario e che, il linguaggio, nel migliore dei casi, serve a nominare cose o concetti già stabiliti e fermi: tanto per essere pratici ed efficienti. Isidoro obiettava implicitamente a queste idee che l’uomo non può vivere nel presente, essendo la realtà qualcosa che l’uomo vive nel pensiero sempre dopo che è successa, e che, quindi, essendo per vivere necessario pensare bene, ed essendo il nostro pensiero fatto di parole, fosse necessario avere un linguaggio adatto a questo scopo: a quello di vivere. La storia dell’uomo conosce molti momenti di miseria simile e anche superiore a quelli contro i quali ha combattuto Isidoro. Normalmente riconosciamo momenti storici come questi dal numero di neologismi o di slogan usati nel linguaggio corrente ancora prima che dalla fede nel paradiso post-apocalittico o nel progresso inarrestabile. Ma è impossibile nascondere che la pratica fantasiosa dell’etimologia alla quale ci concediamo con questa rubrica conosce un piacere religioso oltre che civile, così come lo si conosce in certi giochi indiani ed ebraici, nelle sciarade e negli anagrammi: tentare l’infinito nel chiuso di una parola.
L’immagine è una miniatura tratta da una pagina di Étymologies, manoscritto carolingio dell’VIII secolo, conservato a Bruxelles, Bibliothèque royale de Belgique
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.