INFINE VINSE LO SPLENDORE
Con il cuore che gli faceva male alzò gli occhi al cielo. Cambiava il tempo, e questo non era un bene. Anche questo avrebbe contribuito alla sconfitta. Pensò che
non ci poteva fare nulla, e che in una guerra qualcuno deve pure perdere, e che doveva farsi coraggio. E poi pensò a lei, e, nel pensiero, le disse: “mi manchi sempre, anche se sei qui con me; e vorrei che te ne andassi, ma tu non andartene mai. Sempre, sempre intreccio le mie dita alle tue, e poi le sciolgo. E conto le ore, e passano gli anni, e ti chiedo cosa devo fare della polvere di oro e di argento che lasciamo a terra, ma tu non mi rispondi. Ho paura. Un tempo non lo avrei mai confessato, ma ho paura e sono confuso”. E lei, allora, nel pensiero gli rispose: “combatti”. Iniziò la battaglia, e infine vinse lo splendore.
Nell’immagine, un dettaglio dell’Ares Borghese, statua in marmo, dtabile al II sec. d. C., conservato a Parigi, nella Collezione Borghese del Museo del Louvre, (Foto di Marie-Lan Nguyen rilasciata con licenza CC BY 2.5, attraverso Wikimedia Commons).
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.