LA COSTITUZIONE DEL SALDO STATO
In paradiso la costituzione del saldo Stato formato e conservato ogni giorno dagli uomini e dalle donne non riconosce la necessità se non come forma d’amore.
Può essere l’alba, o l’ora dell’estasi meridiana, o quando a mezzanotte il tempo torna sul suo asse, comunque, ovunque, nei loro lentissimi giochi erotici le donne e gli uomini non parlano d’altro che di questo, addestrandosi nella scienza del sapere usare prima che in quella del saper fare; imparando a godere dei benefici effetti spirituali che traggono da quel genere voluttuario che è il lavoro (dicono che il lavoro è l’amore combattuto con altri mezzi); divertendosi a osservare i nodi che legano in maniera invincibile la fatica e il piacere, la bontà e la bellezza, la saggezza e i pervertimenti tortuosi del cuore, i diritti sociali e le libertà civili, le giornate perfette e gli errori irreparabili, la quadratura del cerchio e gli abbagli generati dai fosfeni, la sicurezza e la libertà, la forma delle cose vere, vane, che hanno luogo nella rete di relazioni che è la realtà, e che solo con occhi matematici, nei giochi misterici, si può vedere, la conoscenza e il sapere, il pieno e il vuoto, la vita e la morte.
Nell’immagine “La compagnia dei giovani siede nel giardino mentre a Firenze infuria la peste”, miniatura del Maestro dello Scambinato di Rouen (1460 c.), contenuta in “Le Livre de Cent Nouvelles” di Jeahn Bocace, traduzione di Laurent, manoscritto conservato a Parigi, presso la Bibliothèque Nationale de France, Ms. Fr. 129, c. 1r (Fonte gallica.bnf.fr/BnF, licenza Open License / Open License).
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.