NIGREDO
La città, quella notte, sarà piena di strade, palazzi, scalinate e statue. Sulle scalinate, scrive Sakīna, i piccioni cercano pigramente cibo, ma, probabilmente, fingono solo di farlo.
In realtà, il filosofo e l’uomo non sanno dove andare e nemmeno in cosa sperare. È stata una catastrofe, piange all’improvviso l’uomo che segue il filosofo. Questo secolo ha visto scene che ci hanno segnato per sempre. È inutile piangere sul latte versato, dice allora l’ultimo filosofo. È inutile piangersi addosso. Quella notte si sentiranno solo topi e pensieri morsi e poi lasciati a metà. La città, è scritto nel libro di Sakīna, è sempre più buia. La gente è morta lasciando tutto così come è, o, forse, dice l’uomo accendendosi una sigaretta, mi stanno facendo uno scherzo. Dio mio, sussurra, cosa è successo a questa nazione! Smettila, gli dice allora il filosofo, nessuno ti sta facendo uno scherzo. Nessuno ti si è mai filato, e non esiste nessun Dio, e nemmeno nessuna nazione. È ora che tu cresca. Quella notte si vedranno solo animali morti. Carogne di cani e di uccelli.
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Le immagini sono state realizzate da Veronica Leffe (tecnica mista su carta).
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