GESTI #4 - LA DEA FORTUNA (SECONDA TAPPA) TEMPIO DEI DIOSCURI, CORI, 3 GIUGNO 2019
È necessario dire subito che questo gioco, il nostro gioco, è pretestuoso. Pretesto ovvero ornamento, e quindi argomento ornamentale, ragionamento seduttivo.
Perfino Platone, riflettendo su quale sia l’unico modo possibile per l’uomo di vivere degnamente la vita, osserva che l’uomo può trovare una certa felicità nel vano corso dei suoi giorni solo quando la ragione seduce la cieca e meccanica necessità. La ragion seducente, venerea; la ragione ben ornata: la ragione pretestuosa. Un destino, lo sanno tutti, può essere realizzato trovandone la migliore premessa alla fine del suo percorso, montando con arte graziosa le sue diverse parti, cercandone pretestuosamente il senso e l’andamento. È un’arte erotica, questa, cui ci ammaestra la fortuna seducente con vasta arte poetica.
Fortuna, Venere anche, le diverse ninfe: Iside infine. Modalità poetiche. Iside. L’abbiamo lasciata a Palestrina: riprendiamo ora il nostro discorso con lei, sperando che sia, come direbbe Platone, uno di quei discorsi incantatori, ben ornati di ragionamenti, capaci dunque di curare l’anima. Iside, dunque, e l’arte poetica.
Nella storia che si racconta su di Iside e sul suo amore per Osiride la vediamo immersa nell’azione di salvare il suo sposo dalla morte cercandone le membra sparse per riunirle e riformarle in un nuovo organismo esistenziale. Iside è causa della gelosia che porta Osiride al conflitto con Set, e, quindi, è causa della sua morte, ma, proprio per questo, è anche l’artefice di un salto ontologico che porterà Osiride e Set alla vera vita. Questa è la modalità poetica, quale la troviamo viva ancora in un artista come Cornell e, ovviamente, in un poeta come Simic. L’azione di Iside è la poesia stessa, perché la poesia è l’azione mediante la quale ritrovare, nell’evanescente negazione del divenire, inventandolo, l’essere: ossa, dadi, forcelle per divinazioni, l’aria di una giornata di tanti anni prima, un cassetto aperto, un pomeriggio estivo implacabilmente caldo di quando non eravamo più bambini ma ancora non eravamo ragazzi, un treno che passa senza fermarsi, gli alberi che corrono al contrario dietro i finestrini dell’automobile, le tracce nel cielo di un desiderio che non riesce a prendere una forma esatta, i nomi delle strade, quelli dei giocatori di calcio, il nome segreto di Roma o di Dio, i tappi di bottiglia, paesaggi muti, o terribili, o incredibili, una gomma più una penna più un elastico, quindi una certa inclinazione al coraggio e la conoscenza anche solo vaga del principio di indeterminazione.
Usando a modello la modalità poetica di Iside, i suoi modi seducenti e pretestuosi, continuiamo ora il nostro viaggio con la dea Fortuna: è evidente che lei ci vuole portare da qualche parte. Sarà forse un grande dio?
Ci fermiamo a Cori. Sorpassato il tempio di Ercole, rimasto in piedi coerentemente al grave sforzo funzionalista e muscolare che è proprio di una volontà eroica, scivolando lungo il ramo debole della ipsilon di Pitagora, incontriamo la chiesa di Santa Maria della Pietà, che occulta il tempio della nostra dea Fortuna associata con Diana. Ci troviamo nel Lazio antico che, per un casuale gioco di parole astrale, è orientato sotto il segno astrologico dei Gemelli. Iside è esperta di doppi da risanare, come abbiamo visto: ecco, infatti, che, camminando, scendendo lungo le strade della piccola città antica, Iside ci porta fino al tempio dei Dioscuri, dei due gemelli per eccellenza, Castore e Polluce. Se il gioco funziona; se la fortuna ci assiste, ora, dunque, dovremmo trovare un dio che, nella sua umanità, ricomponga il doppio: proprio come è successo a Set e Osiride grazie a Iside. Scendiamo ancora di più, e così infine troviamo la chiesa di Sant’Oliva, che nasconde il tempio di Giano, la parte femminile di Diana, ma, soprattutto, il dio che riunisce in sé il doppio, la gemellità.
Un solo dio che ne è due: un trinitarismo radicale e selvaggio. A questo ci ha portato la dea Fortuna. Ripetiamo il rito. Cerchiamo con gli occhi il mare e disegniamo nella mente la linea che ci unisce a lui. Seguiamo ancora Iside, sperando di trovare infine questo dio che è due dèi, per capire i suoi legami con la Fortuna.
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |